La sonda della NASA rileva accidentalmente un lampo da un buco nero a 30.000 anni luce di distanza

La sonda della NASA rileva accidentalmente un lampo da un buco nero a 30.000 anni luce di distanza

“Le nostre ispezioni non hanno mostrato un oggetto precedentemente catalogato in questa posizione nello spazio”, ha detto Branden Allen, uno scienziato di Harvard e supervisore della ricerca che per primo ha scoperto la fonte nei dati REXIS.

Il bagliore che si è manifestato nei dati REXIS si è rivelato essere un raggio X recentemente acceso da un buco nero. Lo scoppio è stato confermato dal telescopio giapponese MAXI, nonché dal telescopio NASER a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Le osservazioni di tutti e tre gli strumenti hanno una nota interessante: mentre MAXI e NICER hanno rilevato un'esplosione dall'orbita terrestre bassa, REXIS ha rilevato la stessa attività a milioni di chilometri dalla Terra nell'orbita di Bennu, ed è la prima di tale esplosione mai rilevata da un interplanetario spazio.

https://twitter.com/OSIRISREx/status/1233473865931726848?ref_src=twsrc%5Etfw

“Trovare questa raffica di raggi X è un momento di orgoglio per il team REXIS. Ciò significa che il nostro strumento sta funzionando come previsto e al livello richiesto per gli strumenti scientifici della NASA “, ha detto Madeleine Lambert, una studentessa laureata al MIT, che ha sviluppato le sequenze di comando dello strumento che fortunatamente hanno scoperto il buco nero.

I raggi X possono essere osservati solo dallo spazio, poiché l'atmosfera del nostro pianeta protegge noi (e gli strumenti) sulla Terra dai raggi X che emanano dallo spazio. I raggi X rilevati da REXIS sono arrivati ​​quando un buco nero ha estratto materiale da una stella in orbita attorno ad esso.

Mentre la materia vortica in un disco rotante che circonda il buco nero, nel processo viene rilasciata un'enorme quantità di energia (principalmente sotto forma di raggi X).

REXIS ha le dimensioni di una scatola da scarpe ed è un esperimento collaborativo condotto da studenti e ricercatori del MIT e di Harvard che hanno proposto, costruito e utilizzato il dispositivo.

Articolo pubblicato da Universe Today.

Fonti: Foto: NASA / Goddard / University of Arizona / MIT / Harvard

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